I giorni delle cicale tra il Supramonte e le piane di Campu Oddeu.
Tra Orgosolo e Urzulei camminare sui sentieri dell’Archeocultura.
Giornata di sfide e di azzardi il 14 Luglio. Si parva licet componere magnis. Non stiamo marciando per prendere la Bastiglia e avviare la rivoluzione. Ma nel tratto di Sentiero Italia a Ilodei Malu, sentiamo forte il battere del sole che si è alzato dal torrione di Monte Novo. In sette, con Francesco, Giuseppe, Luca, Antonio, Doru, Giovannangelo. Più che il coraggio, potè la curiosità. Un appuntamento annuale questo della “due giorni” verso l’ignoto o meglio verso il rifugio Lampatu sulle alture di Urzulei. Nella piana di Montes, con le genti di Sirilò a vegliare dai millenni del neolitico medio, i lecci secolari paiono scolpiti dal genio di mano d’artista. Sono le greggi dei bovini sparsi, bradi che creano inconsapevoli queste sculture. Va stretta la strada. Attività in corso nel compendio di Forestas. Inizia la salita, scarponi aggrappanti, zaini gonfi di pensieri e di tanto altro. Fumai e Monte Novo, due giganti che si sfidano dalle stesse altitudini. E le immensità del Supramonte orgolese, senza spazi o tempi. Dai picchi di sa Pruna, Sos Cuzzos, Cantinarvu, alle piane di Sa Senepida, Ottulu, Campu Su mudrecu, sino alle pareti verso il cielo di Gorroppu. E’ la foto spalancata che ci conduce al Flumineddu. Badu Osti. Non si attenua la calura. Le pozze del fiume che resistono da sa Muidorza. Resistono sino a s’Ingurtidorzu. Poi non più. Scompare. Rimane una striscia di sabbia arida. Ma riappare giù nella “libreria” di sa Juntura. E prosegue la sua corsa verso il mare d’oriente. Noi sul 501 ai luoghi incantati di S’Arena, Fennau e Perd’e Balla. Archeo cultura. Genti lontane qui insediate e hanno trovato il riposo perenne nelle tombe isodome che trasudano ancora pezzi fondamentali Rifugio Lampatu. Familiare, accogliente con Michele vicino alle nostre passioni e con il simbolo Cai nella porta d’ingresso. Lento l’imbrunire nei silenzi dei calcari, nel canto delle cicale di Campu Oddeu, nella protezione della cima di monte Pisaneddu. Il resto è sudore, consapevolezza e gratitudine.
15 Luglio 2023
Matteo Marteddu