La mia lettera per voi

Arriva fra un pò l’ultimo giorno di scuola, dopo 40 anni,  da settembre sarò in pensione. È senz’altro una sensazione strana e contraddittoria quella che provo: da una parte contenta  perché sono stanca, sono stati anni carichi di lavoro intenso e di impegno , soprattutto quest”ultimo, dall’altra mi sento triste perché mi mancheranno i ragazzi, mi mancherà tutto ciò che è stata la mia vita, per tanti anni,  e salutarli non sarà per niente facile.
Ho vissuto la scuola, la burocrazia, l’avvanzare di una scuola pessima, ho vissuto e lottato contro le riforme che hanno reso un ambiente diverso rispetto a ciò che dovrebbe essere. Scuola , comunità nel senso più gioioso del termine, in cui l’obiettivo principale era dare amore ai ragazzi ,amarli, e guidarli nel mondo, aiutarli a crescere responsabili e preparati. Certo,  non sempre andava per il verso giusto, ma la scuola era la nostra   casa. Il lavoro aveva uno scopo comune. Oggi non è più così: tutto è cambiato: le relazioni, la condivisione, la mentalità, gli obiettivi da raggiungere. Oggi si comunica  per gesti, nei collegi si parla solo di progetti (la maggior parte dei quali totalmente inutili),  e ci si dimentica  che  dovremmo parlare di didattica. Ha più importanza ricevere un finanziamento e non parlare dei successi di studenti brillanti.
È una scuola di facciata e per questo non mi piace più.
E’ giusto andarsene. Non prima di aver abbracciato con il pensiero le centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze che ho incontrato nel lungo cammino della mia vita. La mia vita che avete resa ricca, con le vostre mancanze, la fatica nel capire e raggiungere gli obiettivi che con l’ impegno, spesso svogliati, avete cercato di fare vostri. Mi avete fatto sentire  fiera di aver svolto un lavoro che ho amato fino a dare me stessa. Vi chiedo perdono se vi ho chiesto tanto , ho preteso, forse, anche più di ciò che volevate dare. Sono stata rigorosa e severa , però la correttezza e la giustizia sempre alla base . Volevo che lavoraste parecchio e con impegno. Dovevo farlo per voi, questo era il compito per cui sono stata chiamata. Vi dico con gioia che nel vostro andare, in quello che siete diventati, il mio fare ha avuto una piccola parte nel cuore.

GIOVanna Maria Marteddu 18 maggio 2025

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