Perché è importante votare

Ognuno di noi hai propri interessi: guardare lo sport, ascoltare musica, leggere, scrivere. Tutti questi hobby rendono la nostra vita più interessante e piacevole.Abbiamo anche cose a cui dobbiamo pensare, come la politica, che possono essere noiose o scomode ma sono comunque importanti.

In quasi tutti i Paesi occidentali è uno dei diritti sociali fondamentali, tutelato a livello costituzionale: stiamo parlando del “diritto di voto” che consiste nella possibilità data a tutti i cittadini maggiorenni di un Paese di esprimere la propria preferenza elettorale. Se oggi votare appare scontato, in realtà si tratta di una conquista recente, basti pensare che nel nostro Paese sino al secolo scorso il diritto di voto era riservato solo agli uomini: bisogna attendere fino al 1946 per assistere ad una votazione a suffragio universale.

Il primo voto a carattere nazionale riguardava il quesito tra Repubblica e Monarchia e, di fatto, ha dato vita alla forma di stato democratico in cui ancora oggi viviamo. Ma perchè votare è così importante? Prima di tutto il voto è la principale forma di libertà democratica che uno Stato può garantire ai suoi cittadini: anche se per noi è qualcosa di normale, vi sono ancora oggi posti e nazioni in cui vige un regime dittatoriale e assolutista che, di fatto, nega ai propri cittadini la possibilità di scegliere liberamente da chi e come essere governati. Negare o limitare il diritto di voto significa violare le libertà e i diritti politici e sociali fondamentali di un sistema democratico.Oltre ad essere un diritto inalienabile, quello di voto è anche un dovere: esercitare il diritto/dovere di voto è un obbligo politico e morale che permette al cittadino di contribuire alla forma del Governo e dello Stato in cui abita. Andare alle urne è, quindi, un modo per esprimere il proprio “essere cittadino”: far parte di una società, infatti, significa anche assumersi delle responsabilità ed il voto è una di queste. Tramite il voto un cittadino può confermare la sua fiducia ad un Governo o, al contrario, può prenderne le distanze e può esprimere il suo dissenso ed il suo malcontento: andare a votare, dunque, è un pò come avere in mano un telecomando tramite cui possiamo cambiare canale qualora non siamo più soddisfatti. Ovviamente, poiché votare è un’operazione estremamente importante che ha effetti non solo su noi stessi ma su tutta la società in cui viviamo, è fondamentale farlo in maniera consapevole e informata. Prima di andare alle urne, dunque, è bene informarsi sul programma politico delle forze schierate in campagna elettorale e vanno appresi bene i meccanismi di elezioni che possono cambiare da una votazione ad un’altra. Esprimere male il proprio voto, ad esempio con segni sbagliati o incompleti, può causare lo stesso annullamento della scheda elettorale e, di conseguenza, del proprio voto. Ricordiamoci che votare è l’unico modo che abbiamo per far sentire la nostra voce, per cui è assurdo rinunciarci o farlo senza la giusta consapevolezza e serietà.

CHI È ALESSANDRA TODDE/2

  • Classe 1969, nuorese, Todde è laureata in Scienze dell’informazione e poi in Informatica. È ingegnere e ha vissuto e lavorato per anni all’estero dove si è occupata di energia ed evoluzione digitale. Fra il luglio 2018 e l’aprile 2019 ha ricoperto l’incarico di amministratrice delegata di Olidata, società del settore informatico.

𝗟𝗘 𝗘𝗦𝗣𝗘𝗥𝗜𝗘𝗡𝗭𝗘 𝗦𝗢𝗡𝗢 𝗜𝗟 𝗙𝗨𝗧𝗨𝗥𝗢»

«Nel corso degli anni, fortunatamente è cresciuto il turismo esperienziale, quello selettivo mirato alla visita di luoghi particolari, non necessariamente elitario». Avvocato, presidente del consiglio comunale di Nuoro e già assessore alla Cultura, Sebastian Cocco ha le idee chiare sul futuro dell’isola. Il turismo culturale è un’ottima carta da giocare. Candidato al consiglio regionale della Sardegna 2024 con “Uniti per Alessandra Todde presidente”, Cocco non ha dubbi: «le zone interne possono continuare a sfruttare questo trend valorizzando non solo l’accessibilità alle bellezze naturalistiche ma anche alle millenarie meraviglie archeologiche. Occorre una massiccia campagna di scavi nei siti nuragici e una rete capillare di accoglienza nelle domus de janas e nelle tombe dei giganti mirata alle scuole e alle famiglie, puntando alla riscoperta della straordinaria storia della nostra isola». 𝗧𝘂𝗿𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲, 𝗱𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲…«Esatto. Esperienziale e cultuale, aggiungo. La cultura spesso è intesa come patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio, ai fini di una specifica preparazione. Per noi è coscienza di sé e del ruolo che appartenendo a una società, ciascuno riveste. Non come somma di singoli individui ma moltiplicatore di esistenze ed esperienze che concorrono al senso di una comunità aperta, inclusiva proiettata al futuro». 𝗖𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗰𝗮𝗿𝘁𝗮 𝘁𝘂𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮, 𝗳𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝘃𝗶𝗹𝘂𝗽𝗽𝗼: 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗶 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗺𝗶𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮𝗻𝗼 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝗿𝗲 𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗽𝗿𝗲𝘀𝗮 𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼? «Secondo il rapporto annuale di Fondazione Symbola e Unioncamere, a livello globale le industrie culturali rappresentano il 3% del Pil. La filiera cresce ogni anno in media del 9%. Il prossimo governo regionale deve puntare sulle politiche culturali perché un euro investito in cultura ne genera quasi il doppio». 𝗜𝗹 𝗽𝗮𝘁𝗿𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗮𝗿𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗲 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝗶𝗿𝗲 𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝗿𝗲 𝗼𝗰𝗰𝘂𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘁𝗮? 𝗦𝗲 𝘀𝗶 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮 𝘀𝗶 𝗱𝗲𝗯𝗯𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗲? «Ho ricoperto dal 2015 al 2020 il prestigioso ruolo di assessore alla cultura nella mia città è in tale veste ho promosso, nel 2018, la candidatura di Nuoro a Capitale italiana della Cultura. Il percorso partecipativo che ci ha condono tra le prime tre città in finale. Questo ha generato reddito e occupazione, ha attirato finanziamenti, ha promosso relazioni con altre città della cultura (tra cui Parma Matera) e aumentato la consapevolezza di appartenere a una comunità colta non solo per i concittadini illustri del passato ma per i tanti talenti contemporanei nel campo della letteratura, del teatro, della musica, delle arti visive.

Questo si deve fare: accettare le sfide».

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